Riabitare la realtà:un meraviglioso regalo di inizio anno

lunedì 31 dicembre 2012

Lo aspettavo da tempo ma, ora che è fra le mie mani,regalo della mia cara amica Arianna, capisco che questo è più di una buona lettura. Un po' anche mi spaventa, perchè credo che, dopo aver letto e "vissuto" questo libro, niente potrà più essere lo stesso, in ogni caso.
Quindi, se volete osare e, davvero, scaldare il vostro cuore e quello dei vostri cari , tenete presente che è finalmente uscito il libro di Freya Mathews "riabitare la realtà".


http://www.greenspirit.org.uk/resources/FreyaMathews.shtml

 E' un libro che parla di filosofia ma di filosofia incarnata nel reale, nell'esperienza  pratica dell'autrice, quindi risulta decisamente "leggibile" anche da parte di chi non familiarizza molto con il genere (tipo me).

Rubo un estratto dall'introduzione di Etain Addey, contadina e bioregionalista:

http://blog.ilcambiamento.it/noialtre/2012/03/19/ho-incontrato-etain-addey/

In questo momento, è comune a molte persone delle società moderne la sensazione di essere in un vicolo cieco, circondati da grandi problemi ambientali, sociali ed esistenziali e soprattutto di essere privi di una cultura fertile che ci accomuni nella ricerca della via d´uscita. Non sappiamo più neanche cosa sia la cultura, cosa la nutra, da dove venga: ovunque guardiamo, vediamo riflesso negli altri lo smarrimento e il senso di impotenza.

Quello che invece comincia a diventare chiaro è che rappezzare il nostro povero abito non basti, bisogna indagare le basi filosofiche della modernità, le sue premesse metafisiche, domandarci con coraggio se non sia proprio il taglio dell’abito a essere sbagliato.

In Riabitare la realtà, Freya Mathews ci rivolge un invito assolutamente radicale per noi moderni: sperimentare, nella nostra personale vita quotidiana, la possibilità che il mondo fisico, il luogo dove viviamo, parli direttamente a noi, parli “con sorprendente, poetica precisione e inventiva”.


È molto difficile per noi occidentali immaginare un dialogo del genere, un dialogo abbandonato forse proprio nel momento della nascita della nostra tradizione filosofica, nel momento storico della separazione materia-mente. Mathews non ci invita a una fusione romantica, a una participation mystique, ma offre uno sguardo ragionato su possibilità dimenticate da molti secoli in Occidente e racconta alcune sue esperienze personali per indicare possibili interazioni dialogiche. Ci fa osservare che se il mondo ci risponde, nel suo linguaggio di fenomeni fisici, di corpi e situazioni, questa risposta è già “una rivelazione metafisica del più alto livello ... un ricco punto di partenza per ulteriori esplorazioni filosofiche.” 

E ancora :

La prima parte del libro introduce alla visione non-dualista e la contrasta con i risultati del dualismo insito nelle premesse della modernità: il capitalismo, il consumismo, la mercificazione, il “progresso” e lo “sviluppo”, la nostra profonda solitudine esistenziale, la nostra povertà culturale. Quelle culture indigene che non hanno subito gli effetti della modernità vedono ancora il singolo muoversi in un flusso più grande di lui, accolto dal cosmo in un dialogo costante.

Mathews esamina la differenza fra l´indigeno che abita il suo luogo con la devozione di chi si sente abbracciato dal mondo e la persona moderna che, sradicata dal terreno e quindi dalla fonte della cultura, è costretta a inventarsi la propria vita in un monologo solitario, fatto di astrattezze invece che dell’abbraccio del mondo."



La seconda parte di Riabitare la realtà spazia fra esperienze che illuminano alcuni aspetti della filosofia panpsichista di Mathews. racconta la vita nella fattoria di Julia per riflettere su come l´antico principio della fertilità sia in verità un filo narrativo che rende possibile la continuazione del mondo. esplora addirittura la possibilità che l’unità fisica dell’Universo sia di natura poetica, che sia la poesia a reggere le leggi della fisica.

Siamo in terreni magici, ma Mathews tiene i piedi per terra anche quando fa il resoconto di un colloquio sul senso del luogo tenuto in australia centrale alla presenza di una trentina di accademici, persone aborigene, artisti, musicisti e personaggi locali. Dopo alcuni giorni passati insieme, gli avvenimenti di Hamilton Downs portarono i partecipanti alla conclusione che “era il territorio ad avere in mano il copione”. Le risposte ricevute dal mondo furono sorprendenti e assolutamente personali: “Vuoi conoscere la natura della realtà - sembrava dire il luogo - bene, allora, prima che io possa darti delle risposte, dovrai raffinare le tue domande. Guardiamo i segreti nel cuore di chi chiede.” 


Sono pochi i filosofi che osano suggerire una prassi per la vita quotidiana: qui ci troviamo di fronte a una pensatrice seria che recupera la fonte traboccante della cultura nella terra sotto i nostri piedi e ci dice che il sé “parla al suo luogo, il luogo è il suo rifugio, il suo santuario, la sua casa del cuore; mette in comunicazione il suo percorso con la poesia. Il sé appartiene al luogo ... il sé è il suo indigeno.” 

...Che possiamo tornare a lasciarci abbracciare dal mondo, allora:è questo il mio agurio per tutti noi per questo nuovo anno!
Un abbraccio anche  da parte mia,

Deanna


Feste serene...

martedì 25 dicembre 2012

Una foto dal web, perchè il collegamento USB è K.O. e non posso accedere alle mie fotooo:-(!
...a tutti voi e buon travaso nel nuovo anno!

Un semplice ceppo per Yule

giovedì 20 dicembre 2012

Domani sarà il solstizio d'inverno, il giorno più corto e più buio dell'anno dopo il quale la luce ricomincerà pian piano a crescere, crescere...fino al prossimo solstizio, quello d'estate. E' facile capire come mai la festa di Yule (che per i Celti significa "ruota") sia stata celebrata almeno fin dal neolitico e immagino che sia stata la luce elettrica, disponibile a tutte le ore, a togliere (insieme a tanta fatica?) la magia di questi giorni di passaggio...
Ma credo anche che chiunque non sia totalmente alienato dalla natura ed abbia voglia di guardarsi intorno con l'animo aperto possa riuscire a cogliere la ciclicità del tempo alla quale Yule (la Ruota!) ci rimanda, nonostante la nostra cultura sia basata su un concetto di tempo lineare, con un inizio ed una fine. 
Ma bando alle ciance e veniamo al dunque:questa mattina, approfittando del valido aiuto del figlio piccolo rimasto a casa da scuola (grazie!) ho preparato questo ceppo che bruceremo domani, nonostante le rimostranze degli altri figli che gli si sono ormai affezionati. Sarà una piccola fiamma che rischiarerà il buio di quel giorno cortissimo!

 

Ovviamente, il ceppo così decorato può essere utilizzato anche come centrotavola durante le feste natalizie!

Del rito tramandato per il ceppo, mi piace particolarmente un particolare:mentre il legno brucia (tenetevi forte, specie se avete bimbi per casa)...non si può lavorare ;-)!!!
Inoltre, dovrebbe essere ricevuto in regalo ma per quest'anno sorvolerò sulla questione (oppure niente ceppo!).

Per realizzare il ceppo decorato ho usato:
un ceppo (ovvio. Vorrebbe di quercia ma si fa come si può)
due legnetti da utilizzare come "piedistalli"
un paio di chiodi più un martello per fermare i legnetti sul ceppo
piante sempreverdi e bacche: in mancanza di conifere, ho usato le aromatiche:salvia, rosmarino, santoreggia, oltre a qualche bacca di rosa canina.
una candela
lana bianca
colla vinilica e sale per l'effetto-brina

La vera brina della mattinata!
L'occorrente


Come dicevo, bisogna inchiodare i legnetti al ceppo, in modo da renderlo stabile:








Poi ho "brinato" le piante aromatiche, come nel post precedente:

 

Per ultimo, ho assemblato i componenti semplicemente appoggiandoli e passando il filo di lana intorno al tutto.
ehm...qui ancora non si vede!


Un caldo abbraccio dalla Bassa bianca, nebbiosa e brinata!


Le pigne brinate e una ghirlanda:come far da sè

giovedì 13 dicembre 2012

Ieri sono uscita ma, ovviamente e fra le altre cose, ho dimenticato di comprare gli artifici vari per rendere "nevosa" la casa. Tanto meglio ;-)! Così ho avuto una buona occasione per risparmiare, evitare di inquinare e anche per divertirmi con i bambini.


Infatti mi sono ricordata che, per un effetto neve, bastano un po' di colla vinilica (o simili...funzionano anche le alternative ecologiche a base di farine!) e sale o zucchero.
Il procedimento, inoltre, è molto semplice e quindi adatto anche per i bimbi più piccoli.
Io ho fatto così: ho mescolato un po' di tempera acrilica bianca (una nocciola...ad ogni modo, il colore non è indispensabile)ad una pari quantità di colla vinilica, ho spennellato la pigna  e l'ho "impanata" nel sale. Fatto!
Semplice e d'effetto!

Poi, con le pigne così brinate, ho realizzato anche una ghirlanda da appendere alla porta:
 
Ho utilizzato una base in paglia (ma vanno bene anche cartone, rami, giornali accartocciati...le limitazioni sui materiali sono dovute più che altro all'umidità del luogo in cui la ghirlanda dovrà stare:una volta ho messo fuori dalla porta una ghirlanda con la base in carta di giornale...dopo tre giorni era diventata ovale!), l'ho ricoperta con le maniche di un maglione di lana infeltrito, arrotolandole attorno e fermandole sul retro con qualche punto, ed infine ho fissato pigne, stecche di cannella e perline con il caro vecchio filo di rame.

 Per evitare che il sale assorbisse l'umidità dell'esterno ho messo poca vernice trasparente opaca sulle parti innevate.

Ciao, alla prossima!
Deanna

calendario dell'avvento...ma anche no!

giovedì 6 dicembre 2012

Un post velocissimo per segnalarvi una cosa molto carina trovata in rete, a proposito di calendari dell'avvento:si tratta di una serie di scatole, scaricabili e stampabili gratuitamente dal (magnifico) blog Raumdinge, che possono essere assemblate anche con l'aiuto dei bambini. Io credo che ne farò dei piccoli pacchetti dono!






 




Bye!

Autunno dorato: l'album con le tasche

mercoledì 5 dicembre 2012

Ciao a tutti! Fra la fine di novembre e l'inizio di dicembre da queste parti è stato un delirio di malanni dei figli, calendari dell'avvento , esperimenti saponieri dal dubbio esito...mentre cerco di districarmi da tutto ciò, sperando di arrivare indenne a Natale, vi mostro l'ultimo nato:



un album pensato  per raccogliere foto e ricordi di viaggio (per questo ha le tasche! Se no dove mettere biglietti, indirizzi,ricordini vari...???)


 ...ma perfetto anche per raccogliere i disegni e i piccoli oggetti realizzati da i bambini (o dai grandi!).


Possono essere aggiunti fogli pressochè all'infinito, un po' come con un raccoglitore e questo mi piace particolarmente :-).

Ciao, buona giornata!

Deanna
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